lunedì 9 giugno 2014

(Brutte) sorprese in ambiti insospettabili


Mercoledì scorso noi di GeA abbiamo assistito alla lectio magistralis sugli stereotipi di genere  tenuta da Carmen Leccardi, docente di sociologia alla Bicocca di Milano. Conferenza che è stata il secondo atto del nuovo percorso del Comune di Brugherio, Oltre il Neutro.
La professoressa Leccardi ha efficacemente spiegato cosa sono gli stereotipi e perché saltano così all'occhio a chi mette gli occhiali di genere.

Riassumendo, gli stereotipi sono delle rappresentazioni mentali con cui si categorizza la realtà. Sono efficaci perché sintetizzano e semplificano la quotidianità, togliendo una buona parte della complessità del mondo in cui viviamo riunendo persone diversissime sotto l'ombrello del "senso comune".
Nella frase "le donne sono emotive", ad esempio, si riuniscono TUTTE le donne, non importa che tra esse ci sia chi è veramente emotiva e chi invece no, chi sta a casa e chi invece ha un lavoro, chi ha figli e chi sceglie di non averli.
É molto più semplice e facile pensare per stereotipi.
Ed essi sono ovunque, anche dove mai penseresti di trovarne.
 Per esempio, la società  Italiana di Pediatria ha diffuso una immagine che ha fatto scalpore.
Questa qui:


 Apparentemente è una innocua piramide che dispensa consigli sulle attività motorie da fare per sentirsi bene e in salute.
Ma se la guardi con i famosi occhiali ti accorgi che c'è qualcosa che non va.

Le attività all'aria aperta sono rappresentate da un bimbo intraprendente, che va verso nuove avventure con uno zaino da campeggio. E da una bambina che più tranquillamente gioca con l'hula hoop, immagino in un posto vicino casa.

Nelle attività sportive ci sono due bambini maschi che giocano a calcio e a basket. Ohibò, forse le bambine non fanno attività sportive? Eh no, secondo i dati CONI nella fascia di età 6-11 anni il 53% delle bambine pratica una qualche attività fisica, contro il 61% dei maschietti.
Meno dei maschi è vero, ma mica tanto.

Scendendo nella piramide lo stereotipo esplode con tutta la sua forza.
4/5 volte alla settimana i pediatri consigliano di giocare con gli amici e di aiutare nei lavori domestici.
E prevedibilmente, purtroppo, viene raffigurata una bimba che a casa, tutta contenta, passa l'aspirapolvere, mentre i suoi coetanei maschi giocano a mosca cieca in giardino.

In fondo alla piramide, le attività quotidiane sono rappresentate da un bambino che va in bici, da un altro che mette a posto i giochi e dalla brava bambina diligente che va a scuola.

Cosa trasmette questa immagine al nostro subconscio? Un rafforzamento degli stereotipi: le bambine sono brave, diligenti, non si allontanano da casa e sono felici quando fanno le faccende domestiche. Da sole.
I maschietti invece sono avventurosi, attivi, amano stare in compagnia a giocare, vanno in bicicletta e fanno tanto sport.
Più semplificazione della realtà di così non si può, peccato che venga non da un catalogo giocattoli ma da una fonte autorevole.
Brutte sorprese, davvero. 




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