martedì 19 agosto 2014

Oche per finta?No, grazie.



Estate, tempo di relax. Ma anche tempo per sé, e nel mio caso si traduce (anche) nel leggere sul web articoli e studi relativi agli stereotipi di genere.
Girellando nella Rete ho trovato un articolo di Giornalettismo che riporta uno studio con dei risultati inquietanti.


Una etnografa dell'Università di Warwick, Maria Do Mar Pereira, ha passato un anno in una scuola del Regno Unito per analizzare le dinamiche interpersonali di un gruppo di quattordicenni. É andata alle lezioni di una scuola media come una studentessa qualsiasi, partecipando alla vita scolastica per osservare come gli studenti interagissero tra loro.

Ha notato che i ragazzi entrano nell'adolescenza con la convinzione di essere più intelligenti delle loro coetanee. E che le ragazze, sorprendentemente, assecondano questa tendenza fingendo di essere meno intelligenti per non intimidirli.

Quindi le adolescenti ritengono che sia socialmente più "appropriato" essere (o sembrare) meno intelligenti dei ragazzi. Sia per non farli scappare ed interessarli, sia per non essere rifiutate dal gruppo delle compagne "cool", quelle che decidono cosa è IN e cosa è OUT nella vita scolastica.



C’è una forte pressione sociale che dice come dovrebbero essere gli uomini e le donne – spiega Pereira – I giovani cercano di adattare le proprie convinzioni a questi canoni, per potersi inserire nella società. Uno di questi canoni dice che gli uomini devono essere quelli dominanti, più intelligenti, più forti, più alti, più divertenti delle donne e che avere una relazione con una donna più intelligente di loro costituisce una minaccia alla propria virilità.

Per farsi "accettare" le ragazzine smettono anche di interessarsi a cose o ad attività ritenute dal gruppo dei pari "poco femminili".
Magari amano il calcio, il judo, vorrebbero fare motocross o giocare ai videogiochi, ma rinunciano a tutto per presentarsi come femminili e remissive.

In un periodo dove si danno per scontato obiettivi raggiunti, maggiore indipendenza, opportunità infinite per sviluppare la propria personalità, tanto che un gruppo di giovani donne considerano necessario sottolineare di non aver (più) bisogno del femminismo, si afferma invece la nascita di una nuova generazione di donne che sembra riportare le lancette indietro agli anni 50.
Dimostrando che gli stereotipi sono duri a morire e che sono ancora un bagaglio culturale che passa di generazione in generazione. Nonostante anni di lotta per l'emancipazione delle donne.

Ho personalmente a che fare con adolescenti. E mi accorgo che questa non è una ricerca tanto campata in aria, anzi.
Le ragazze volitive, intelligenti, che non si fanno mettere i piedi in testa, che cercano di dimostrare interesse per lo studio e per delle relazioni paritarie con i loro coetanei, spesso sono isolate dal gruppo delle ragazze "cool"  che invece assumono gli atteggiamenti descritti dalla ricerca.
A volte sono anche vittime di bullismo ma comunque, in ogni caso, sono viste come delle "strane". Delle aliene.

Io penso che ci sia bisogno ancora del femminismo, inteso come ricerca del miglioramento delle condizioni delle donne e delle ragazze e affermazione dei loro diritti per ottenere una eguaglianza vera.
Ho (ancora) bisogno del femminismo perchè voglio che mia figlia possa essere libera di esprimere se stessa per quella che è, non per quello che la società le impone di essere. 
Per dimostrare la sua intelligenza senza vergognarsene, per decidere di fare Judo oppure danza classica in libertà, per non nascondere il fatto che ama giocare ai videogiochi ma anche mettersi lo smalto, per poter parlare di stereotipi di genere con le/i sue/suoi amiche/ci ma anche degli ultimi brani dell'estate.
Per essere libera, insomma.



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